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(roma)su gheddafi >> l'Onda non ammette recinzioni!
Yuri Libero
2009-06-13 07:06:17 UTC
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L'Onda non ammette recinzioni

Giovedì, durante la visita del Colonnello Gheddafi alla Sapienza, abbiamo
visto una città universitaria irriconoscibile. Percorsi obbligati tracciati
da transenne, polizia in assetto antisommossa ovunque, controlli e
perquisizioni ad ogni accesso, divieti ed imposizioni arbitrari ed
insensati, l'atteggiamento arrogante di agenti in divisa e oscuri figuri in
borghese ed infine le cariche ricevute mentre con gommoni e vernice
mettevamo in scena la straziante vicenda di migliaia di migranti che
attraversano la Libia e il Mediterraneo per tentare di arrivare in Europa.
Uno spazio che viviamo e attraversiamo ogni giorno, e che ci appartiene, è
stato sottratto per esserci restituito segnato dalla mano pesante della
sorveglianza e del controllo.
Sappiamo, però, che l'estremismo manifestatosi ieri è in perfetta continuità
con le politiche di gestione dello spazio universitario praticate da Frati,
meno appariscenti, ma indistinguibili per senso e contenuto, e con le
tendenze politiche generali in materia di sicurezza. Una politica
normalizzatoria strisciante, quella di Frati, a cui fanno eco le direttive
anti-studenti del rettore di Roma3, che - più selvaggiamente - solo qualche
giorno fa sequestrava due facoltà e le consegnava all'occupazione militare
di polizia e carabinieri, per impedire a tutti di riunirsi e vivere
liberamente fuori dai suoi diktat le proprie facoltà.

Forse tutto questo è una prefigurazione di un futuro prossimo sperato da
qualcuno.
Noi non ci stiamo, non ci siamo mai stati.
Uno schieramento militare, quello di giovedì, intollerabile: la città
universitaria sembrava richiamare quelle piazze di atenei greci e italiani
presidiate dai militari fascisti. Un'immagine insopportabile di oppressione,
il richiamo della quale faceva ragionare gli scorsi rettori sull'utilità di
far entrare le forze dell'ordine dentro l'università a reprimere il
dissenso. Immagine che, a quanto pare, non spaventa minimamente baron Frati,
signore di ogni sopruso in nome della speculazione. Il rettorucolo, infatti,
nascondendosi dietro la libertà d'espressione, invita a parlare un dittatore
che usa i migranti e il loro controllo come merce di scambio per ottenere
finanziamenti e investimenti dal governo italiano; lo stesso governo agli
occhi del quale cerca di accreditarsi, quale affidabile interlocutore e
"gestore" del conflitto all'università, il barone rampante. Il cerchio si
chiude, tutto torna.

La nostra azione quotidiana nell'università traccia invece un percorso che è
alternativo, che vuole vivere e far vivere l'università come luogo di libero
scambio e produzione di saperi e pratiche diverse, che ridisegna
continuamente lo spazio universitario in maniera incompatibile con la logica
del profitto e del controllo che incarna il barone Frati.

Non siamo disposti a tollerare ancora una volta una simile militarizzazione
fascista, non permetteremo che si affermi l'idea che si possa recintare
impunemente l'università, rendendo la vita impossibile agli studenti, ogni
volta che un barone decide di invitare il potente di turno. *Chiediamo a
chiunque, come noi, porti nel cuore la libertà e l'incompatibilità a
un'università fatta di esercito e controllo di prendere parola
pubblicamente.*

Frati un'Onda ti respinge!

*omnia sunt Co.M.Uni.A. (cospirazione metropolitana per l'università
autogestita)*
--
"Le uniche cose che non distruggiamo sono le nostre. E non c'è niente di
nostro qui. Non ci avete mai dato niente e quel che ci date ve lo riprendete
quando vi pare. E finché ci trattate così noi spacchiamo tutto. Libri profi
finestre porte muri e pavimenti vi sfasceremo tutto"
(William Nigel, "nemico di classe")


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