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esperimento scientifico [5x]
RK editor
2009-06-23 21:05:08 UTC
Permalink
* From: "auritadm\@libero\.it" <***@libero.it>
* Subject: Re:[RK] esperimento scientifico seconda puntata, e
ultima
* Date: Thu, 18 Jun 2009 07:54:14 +0200
* Disposition-notification-to: "auritadm\@libero\.it" <***@libero.it
Io sono arrivata tardi a Rekombinant e non ci ho mai scritto niente,
ma tanto
ho preso/appreso, cercando di tradurlo in pratica nei campi in cui
opero, che
non sono quelli del coinvolgimento diretto nell'esperienza elettorale,
ma
quelli di un lavoro che ha forte impatto sulla crescita culturale e
sociale e
quelli dell'attività sindacale, in difesa del lavoro, dei lavoratori e
dei
precari, categoria questa alla quale, a 49 anni, ancora appartengo in
parte,
essendo o0bbligata a un tempo indeterminato a part-time nella Pubblica
Amministrazione (settore beni culturali).
Sono arrivata a Rekombinant e a Bifo partendo da un incontro
"intellettuale"
con le opere di Deleuze e Guattari, ritenendolo un luogo importante di
riflessione culturale e progettualità politica.

Io credo che non abbia ancora perso questo senso. Si tratta di aiutare
Rekombinant a superare il conflitto tra l'orizzonte limitato di chi
detiene
il capitale e quello inevitabilmente più ampio della società. Bisogna
forse
ri-calcolare il lungo-termine e non mollare e questo ti chiedo: non
mollare.

I movimenti falliscono perchè i ruoli al loro interno diventano
"professioni"
e "poltrone", e perchè non sono capaci di trovare una "strategia di
confine",
di articolazione con ciò che è fuori dei movimenti, non conoscono i
significati del confine e la loro impermeabilità diventa un limite
strutturale.
E' un problema culturale anche questo, ma ci si può ancora lavorare
sopra. Io
lo faccio ogni giorno nella mia attività, anche quella sindacale. Sono
una
sola eppure tutto un "movimento" siede con me ai tavoli contrattuali,
combatte, elabora, vince e perde. Se accogliamo questa modalità come
opzione
e la pratichiamo diffusamente, forse una speranza di creare un "nuovo
piano
di consistenza dei valori" si può ancora averla.

Non so se questa mia speranza può essere ancora anche la tua. Io lo
spero...


---

* From: <***@alice.it>
* To: <***@liste.rekombinant.org>, "franco berardi" <***@gmail.com
* Subject: R: [RK] esperimento scientifico seconda puntata, e
ultima
* Date: Fri, 19 Jun 2009 11:21:58 +0200

Caro Franco, bentornato fra gli umani. Francesco Panichi

---

* From: "lmontecc\@libero\.it" <***@libero.it>
* To: "rekombinant" <***@liste.rekombinant.org>
* Subject: esperimento scientifico
* Date: Thu, 18 Jun 2009 18:47:07 +0200

caro Franco,cari rikombinanti,

Io considero riuscito l'esperimento scientifico.Perchè di questo si
trattava.
Noi siamo un laboratorio e costruiamo esperimenti di ricombinazione su
diversi piani: da quello genetico a quello estetico a quello individuale
personale a quello psicosociale e così via fino ai mille e più piani.
Il tuo, come hai giustamente detto è stato un esperimento di
ricombinazione
sul piano politico. Un piano difficile, un piano che implica
personalmente
che mette in gioco la propria immagine. Ci vuole coraggio per
sperimentare
nel campo politico la ricombinazione.
Io ritengo riuscita questa esperienza. Diverse identità del novecento
si sono
mescolate, il processo è ancora allo stato embrionale. Questa è stata
l'intuizione di Franco quando ha proposto il laboratorio della
ricombinazione.Era un esperimento che avrebbero dovuto fare altre
forze dopo
il movimento di Seattle nel 1999, li c'è stata l'apertura del nuovo
secolo.
Ma in italia le forze politiche non sono state all'altezza di quel
movimento
che secondo me ha prodotto il concetto della ricombinazione.
Per questo a distanza di tempo c'è stato l'esperimento Bolognese,
quell'esperimento, per me, è l'emergente nel piano politico del
paradigma
della ricombinazione.
L'esperimento è stato una applicazione alla politica del ready made e
dunque
non va valutato dal punto di vista della "politique
politicienne" ( non ha
preso abbastanza volti per esprimere un consigliere) ma per lo spazio
mentale
che ha aperto. Questo esperimento ha dimostrato che è possibile( un
possibile) costruire il momento politico della ricombinazione. Un
momento non
è la stessa cosa di una situazione, un momento è più profondo ed ha
maggiore
durata, un momento politico non si valuta per l'esito elettorale. Bob
Dylan è
stato fischiato quando è passato dall'acustico
all'elettrico.L'esperimento
dimostra il possibile.
Noi siamo il possibile
Adelante companeros hasta la victoria siempre

leonardo Montecchi

---

* From: "wolbu \(wolf bukowski\)" <***@yahoo.it>
* To: ***@liste.rekombinant.org, franco berardi <***@gmail.com
* Subject: R: [RK] esperimento scientifico seconda puntata, e
ultima
* Date: Wed, 17 Jun 2009 14:50:35 +0000 (GMT)

ripubblico quanto ho messo su walden.splinder.com - che non sta
funzionando.
Saluti,
Wolf

Su Rekombinant,
parlando del risultato deludente di Bologna Città Libera, Bifo insiste
sull'impossibilità di trovare le forme della ricomposizione tra lavoro
precario, lavoro migrante e lavoro cognitivo, incapaci di riconoscersi
come soggetto collettivo: sul piano sociale ed affettivo il cervello
sociale appare incapace di ricomporsi, di trovare strategie comuni, di
condividere narrazioni, incapace di solidarietà materiale. Ma se questa
frammentazione è in qualche modo costitutiva della città nel
neoliberismo, la provincia profonda sembrerebbe fuori da queste linee
di frattura.

Le nostre Vergato e Grizzana, dove abbiamo cercato un risconto
elettorale
(con le liste a
mio parere più radicali tra quelle nate autonomamente nei comuni della
provincia), presentano in apparenza un quadro sociale più omogeneo,
almeno in questa fase conclamata ma non ancora agonica di crisi. Il
lavoro, in terra di pendolari, resta in gran parte fuori dal discorso
elettorale; e d'altra parte i soli a parlare di rilocalizzazione
(filiera corta etc.) eravamo noi. Tutto si giocava sulla gestione del
territorio (la nostra crescita zero vs. i nuovi insediamenti,
"sostenibili" ca va sans dire, degli altri) e sulla capacità di
garantire servizi pubblici alla collettività, temi su cui gli altri
contendenti (cementificatori, e nel caso del PD, sindaci dipendenti
strictu senso di Hera) avevano tutte le carte sbagliate in mano; e
quindi abbiamo creduto (ho creduto, quantomeno) che sulla base delle
esperienze di riappropriazione del territorio fiorite dalla Val di Susa
in giù, su questi temi si potesse intercettare una sensibilità in
qualche modo già matura.

Invece
ho sbagliato, e l'11 e rotti per cento su tre liste a Grizzana non mi
pare molto diverso dall'1,66 di Bologna Città Libera nel capoluogo.

Andrei
dunque oltre l'ipotesi di Bifo, e direi che non solo non si afferma un
general intellect emancipato dal macchinismo tecno-sociale
capitalistico, ma addirittura non c'è la capacita di articolare e
collocare nel campo politico la diffusa consapevolezza dell'impasse
sociale (ed esistenziale) in cui siamo sprofondati - quella che sempre
lui chiama, opportunamente, senescenza. E quindi l'elettore, pur avendo
- quando ce l'ha - coscienza dell'irrilevanza di un'ennesima grande
opera (Bretella Reno-Setta, o Passante Nord) o della metanizzazione
delle frazioni più sperdute pagata a prezzo di un consumo smisurato di
suolo, finisce per votare come se questi diversivi contassero - in una
finzione reciproca che premia chi tiene un profilo basso e si candida
ad articolare quotidianamente la piatta e nociva governance (vedi
nota).

Quindi,
mi si dica pure che è sovrastrutturale rispetto alla questione della
frammentazione sociale del lavoro (è così!), ma il muro contro cui
abbiamo sbattuto è quello solidamente costruito negli ultimi
trent'anni, ovvero quello del restringimento progressivo del campo del
politico. Come non è infatti più pensabile una politica del lavoro che
non sia sfruttamento e divisione, non lo è più paradossalmente neanche
un'amministrazione comunale che non sia espressione di compromessi
costitutivi con i poteri forti. E non dico che non sia auspicata da
qualcuno - semplicemente è ritenuta una fola.

D'altronde era chiaro a tutti come quella elettorale fosse la ricerca
di una
scorciatoria, kwisatz haderach - ma, come ci insegna la storia e anche
la
fiction
(Dune) difficilmente questa arriva al momento giusto: troppo presto per
la Bene Gesserit, non ancora per noi. La via è ancora tutta da
tracciare, e le cose adesso ricominciano a essere (più) complicate,
opache e sempre e ancora ineludibili.

Wolf Bukowski

---

* From: claudio botticelli <***@yahoo.it>
* To: ***@liste.rekombinant.org, franco berardi <***@gmail.com
* Subject: Re: [RK] esperimento scientifico seconda puntata, e
ultima
* Date: Thu, 18 Jun 2009 20:05:11 +0000 (GMT)

Noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo
non possiamo vincere, perché è il potere che vince sempre
(perché è sempre il potere che vince).
Noi possiamo al massimo convincere. Nel momento in cui
convinciamo, vinciamo, cioè determiniamo una sitazione di
trasformazione difficile da recuperare".
Franco Basaglia 1924 - 1980


I fautori di una società capace di porsi dei limiti non hanno bisogno
di riunire una maggioranza. In democrazia una maggioranza elettorale
non si fonda sull'adesione esplicita di tutti i suoi membri a
un'ideologia
o a un valore determinato. Una maggioranza elettorale favorevole alla
limitazione delle istituzioni sarebbe molto eterogenea: comprenderebbe
le vittime di un particolare aspetto della sovrapproduzione, gli esclusi
dalla
festa industriale e coloro che rifiutano in blocco i caratteri della
società
totalmente razionalizzata.
Quando le cose continuano ad andare per il loro verso, l'assoggettare a
limiti una istituzione dominante mediante un voto di maggioranza assume
sempre un senso reazionario.

Ma una maggioranza può invece sortire un effetto rivoluzionario nel
momento
di una crisi che colpisca la società in maniera radicale. La crisi non
può
tardare.
E' già cominciata. Il disastro che seguirà mostrerà chiaramente che la
società
industriale in quanto tale, e non soltanto i suoi vari organi, ha
oltrepassato
i limiti. Man mano che la crisi totale si avvicina, diventa chiaro che
lo
Stato-nazione
moderno è un conglomerato di società anonime in cui ogni attrezzatura
mira a promuovere il proprio prodotto, a servire i propri interessi.
L'insieme
produce -del benessere-, sotto forma di educazione, salute, eccetera,
e il
successo
si misura in base alla crescita del capitale di tutte le suddette
società.
Quando
è il momento, i partiti politici radunano la massa degli azionisti per
eleggere
un consiglio d'amministrazione. Essi sostengono il diritto
dell'elettore a
pretendere un più alto livello di consumo individuale, il che
significa un più
alto grado di consumo industriale. La popolazione può sempre reclamare
trasporti più rapidi, ma il giudizio sulla convenienza di un sistema di
trasporto basato sull'automobile oppure sul treno, e che assorbe una
larga
parte del
reddito nazionale, è lasciato alla discrezione degli esperti. I partiti
sostengono uno
Stato il cui scopo dichiarato è la crescita del Prodotto interno
lordo: è
inutile
contare su di essi quando arriverà il peggio.

Finché gli affari procedono normalmente, la procedura a
contraddittorio per
dirimere un conflitto tra l'impresa e l'individuo finisce con il dare
ulteriore
crisma di leggittimità alla dipendenza di quest'ultimo. Ma nel momento
della
crisi strutturale neppure la riduzione volontaria della
sovraefficienza potrà
risparmiare
le istituzioni dominanti di andare in rovina. La perdita di
leggittimità
dello Stato
come società per azioni non infirma ma rafforza la necessità di una
procedura
costituzionale. La perdita di credibilità dei partiti divenuti fazioni
rivali
di azionisti
non fa che sottolineare l'importanza del ricorso a procedure
contraddittorie
in
politica. La perdita di credibilità delle rivendicazioni
antagonistiche per
ottenere
maggior consumo individuale sottolinea l'importanza del ricorso a queste
stesse
procedure, quando si tratta di armonizzare serie opposte di limitazioni
concernenti
l'insieme della società. La medesima crisi generale può sancire un
contratto
sociale
che consegni al dispotismo tecnoburocratico e all'ortodossia
ideologica il
potere
di prescrivere il benessere, oppure può essere l'occasione per
costruire una
società
conviviale, in continua trasformazione all'interno di un quadro
materiale
definito da
proscrizioni razionali e politiche.

Nella loro struttura, la procedura politica e quella giuridica si
integrano
reciprocamente.
Entrambe modellano ed esprimono la struttura della libertà nella
storia. Se
si ammette
questo, la procedura formale può costituire il migliore strumento
drammatico
e simbolico
per l'azione politica. Il Diritto conserva tutta la sua forza anche
quando
una società
riservi a dei privilegiati l'accesso alla macchina giuridica e
mascheri il
dispotismo sotto
il mantello dei finti tribunali. Anche quando colui che si appella al
linguaggio ordinario e
alla procedura formale viene irriso e messo sotto accusa dai suoi
compagni di
rivoluzione,
anche allora il ricorso dell'individuo alla struttra formale iscritta
nella
storia di un popolo
resta lo strumento più potente per dire il vero, per denunciare
l'ipertrofia
cancerosa e il
dominio del modo di produzione industriale come l'ultima forma di
idolatria.
Ivan Illich 1926 - 2002


23. PO - LO SGRETOLAMENTO


Lo sgretolamento.
Non è propizio andare in qualche luogo.
È
un tempo nel quale gli ignobili si stanno spingendo avanti
e sono
proprio in procinto di rimuovere gli ultimi forti e nobili.
Siccome ciò
è inerente al corso del tempo, per il nobile,
in tali circostanze, non
è propizio imprendere qualche cosa.
In ciò sta il suggerimento di adattarsi ai
tempi cattivi e di star fermi.
Qui non si tratta di macchinazioni
umane, ma di condizioni del tempo
le quali mostrano anche un alternarsi
di aumento e diminuzione, di pienezza e di vuoto.
Non è possibile agire contro queste condizioni del tempo.
Non
è quindi viltà, bensi saggezza, se ci sI arrende evitando di agire.


24. FU - IL RITORNO (IL TEMPO DEL VOLGIMENTO)


Dopo un tempo di decadimento viene il tempo del volgimento.

Riappare la
forte luce che prima era stata scacciata. Vi è movimento.

Questo
movimento non ha, però, nulla di forzato.

Il segno superiore Kkunn ha
per carattere la dedizione.

Si tratta dunque di un movimento naturale,
generato spontaneamente.
Perciò, trasformare il passato è facilissimo.

Cose vecchie vengono eliminate, cose nuove introdotte;

e tutto
corrisponde al tempo senza perciò recare alcun danno.

Si formano
associazioni di persone delle medesime idee.

E questa unione avviene
pubblicamente,

essa corrisponde alla situazione del tempo e perciò ogni
aspirazione politica particolaristica è esclusa;

tali unioni non danno
luogo ad alcun errore.

Il ritorno è inerente al corso della natura.

Il
movimento è circolare. La via è chiusa in se stessa.

Non c'è quindi mai
bisogno di agire con precipitazione.

Tutto viene da sè non appena il
suo momento è giunto.

Quest'è il senso di cielo e terra.
Tutti i
movimenti si compiono in sei gradi. Il settimo grado reca, poi, il
ritorno.
I Ching


"Quello che nel 1908 era un un gruppo di qualche centinaio di militanti
in pochi circoli semiclandestini, nel 1917 era il partito di milioni
di operai
e contadini".
Vladimir llich Ulyanov 1870 - 1924







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