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Notturno
lmontecc\@libero\.it
2009-05-24 17:27:50 UTC
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Notturno


La scuola Bleger è in una fase istituente. Ci interroghiamo su come costruire uno spazio in cui sia possibile osservare dall’esterno le istituzioni.
Questo luogo è l’utopia. Noi ci ritroviamo qui, in questa utopia concreta,siamo il manifesto di molti desideri latenti che hanno percorso i sotterranei degli anni e sono emersi,come un fiume carsico in questo 25 aprile 2009.
Stiamo costituendo una scuola che forma al cambiamento,siamo impegnati da più di 20 anni in questo lavoro,ed abbiamo cercato di attraversare le istituzioni senza farci imprigionare seguendo la strada che ci ha indicato Rudi Dutsche quando diceva che per il movimento era necessaria una lunga marcia all’interno delle istituzioni.
Così ci ritroviamo qui,questa utopia è un laboratorio spaziale in costruzione,arriviamo per vedere la terra da fuori e questa vista,come diceva Ballard della terra vista dalla luna dopo lo sbarco, si iscrive nel nostro sistema nervoso come l’altrove.
Dunque stiamo pensando ad istituire una istituzione di formazione che permetta l’analisi istituzionale.
Come si apprende l’analisi istituzionale? E’ necessaria un’autoanalisi? Oppure c’è un laboratorio che può funzionare come uno spazio di analisi istituzionale?
Ma perché questo sia possibile il laboratorio deve essere spaziale,cioè fuori dalle istituzioni che vuole analizzare.
Questa è la nostra sfida.
C’è la necessità di un laboratorio di questo tipo per tutti coloro che ricercano nelle e sulle istituzioni.
La nostra scuola, in questi anni ha cercato di lavorare per elaborare concettualmente le esperienze di lavoro clinico e di intervento sociale che si sono fatte e si stanno svolgendo in diversi i ambiti,da quello individuale a quello gruppale e famigliare a quello istituzionale fino all’ambito comunitario.
Abbiamo proposto, ad esempio,all’interno della psicologia degli ambiti di Bleger,che ho appena ricordato,l’inserimento di un quinto ambito o piano: il piano della società,intendendo con questo termine lo spazio della globalizzazione in cui tutti siamo immersi,anche le comunità.
La nostra esperienza della analisi istituzionale si organizza atturno ad uno schema di riferimento concettuale ed operativo che utilizza alcuni concetti chiave di cui farò uno schizzo per una futura cartografia.

Noi concepiamo l’istituzione,seguendo Bleger e soprattutto Bauleo come un gruppo di gruppi.
Quindi in una istituzione cerchiamo di vedere i gruppi che la compongono e di analizzare i vincoli che si istituiscono fra i gruppi e con il compito o i compiti istituzionali.
Per esempio un ospedale può essere visto come u insieme di vincoli fra il gruppo dei pazienti,dei famigliari,del personale sanitario e di quello amministrativo. Il compito è la cura .L’istituzione si organizza attorno a questo compito e trova ostacoli di tipo affettivo e cognitivo che spesso la fanno deviare dal compito.
Questo concetto a sua volta si relaziona con un altro importante elemento di base della nostra analisi istituzionale si tratta di un concetto che deriva dalla pratica di Franco Basaglia. E’ l’analisi del mandato sociale.
Noi, in Italia,ma in tutto il mondo, non possiamo prescindere da questo strumento di analisi.
Sarebbe come pensare,oggi,di fare clinica medica senza l’ecografo.
L’analisi del mandato sociale costringe gli operatori all’interno di una istituzione ad interrogarsi sul proprio ruolo.
Lo schema di questa analisi,per essere chiaro è la domanda che Basaglia faceva a tutti gli psichiatri ed oparatori dei manicomi:
Stai facendo una attività di contenzione o terapeutica?Sei un medico o sei un aguzzino?
Dopo l’esperienza di Psichiatria Democratica non si può più prescindere da questo strumento di analisi.
Ma per poter fare l’analisi del proprio ruolo all’interno di una istituzione è necessario un altro spazio,uno spazio esterno all’istituzione.
Un controistituzione,avrebbe detto Bauleo,e noi siamo impegnati in questa impresa.
Questo spazio non è solo esterno ma principalmente interno al soggetto,ai soggetti.
Continuando lo schizzo di questa carta dobbiamo considerare i concetti di istituente e di istituito.
In questo caso ed oggi mi sembra che il momento istituente di questa scula cerchi di aprirsi una strada fra regole e concetti istituiti di altre scuole.
Dobbiamo evitare l’istituzionalizzazione e cioè la trasformazione di uno spazio di ricerca in una istituzione che con una eterogenesi dei fini cerca solo di automantenersi.
Lo stile di Armando Bauleo per evitare questo processo è stato uno stile distruttivo, per esempio ha voluto chiudere il Centro di Ricerca in Psicologia Sociale e di gruppo (CIR) perché ne temeva l’istituzionalizzazione,temeva che potesse diventare un involucro vuoto,un club che garantisse una identità solo tramite l’appartenenza e che non sviluppasse più la pertinenza e cioè la ricerca.
L’istituzionalizzazione è un rischio che corriamo, credo si possa affronatare considerando un altro concetto della nostra carta: la trasversalità.
Questo concetto è stato proposto da Felix Guattari ed indica la capacità di un gruppo,ma per esteso anche di una istituzione di lasciarsi attraversare da problematiche non strettamente pertinenti il proprio compito.
Un alto tasso di trasversalità,come il paraocchi dei cavalli, permette l’ingresso di molte problematiche esterne e può essere fonte di distrazione,anche in questo caso è necessario trovare il giusto tasso di trasversalità anche per noi.
Un altro concetto che ci può servire nella nostra lotta contro l’istituzionalizzazione è il concetto blegeriamo di dissociazione strumentale.
Noi formiamo alla dissociazione strumentale, il nostro scopo è produrre identificazioni e nello stesso tempo mantenere la capacità di pensare alla situazione in cui ci si trova immersi.
In questo ci ha aiutato l’insegnamento di Georges Lapassade, con lui abbiamo appreso la dissociazione come risorsa,come uscita dallo stato ordinario di coscienza,con lui abbiamo capito ce lo stato ordinario di coscienza si istituisce continuamente,è un istituito di cui la dissociazione è un istituente ordinario nella vita quotidiana.
Quindi la situazione si può vedere con n aspetto istituito ed uno istituente,ed imparare a vedere la situazione in questo modo è lo scopo di una analisi istituzionale che formi alla dissociazione strumentale,che permetta cioè di mantenere il fili dell’io,di ciò che Lapassade chiamava l’osservatore nascosto negli stati modificati di coscienza.
Dobbiamo a questo punto citare i concetti di transfert e controtransfert istituzionale sempre di Guattari ma molto approfonditi da Bauleo,questi concetti ci permettono di pensare alla dinamica istituzionale in relazione alla comunità in cui l’istituzione è collocata.
Per esempio un servizio psichiatrico in una certa comunità o territorio avrà un transfert istituzionale positivo o negativo e questo transfert comporterà un controtransfert istituzionale nelle equipe di lavoro che si manifesterà in un maggiore o minore grado di motivazione ecc.
Un altro concetto operativo della cartografia è ancora nella fase di sviluppo e di ricerca si tratta del concetto di mobilitazione.
Noi ci troviamo qui perché nel novembre del 1980 un gruppo di operatori analizzando il proprio mandato sociale si è unito a un gruppo di consumatori di eroina ed ai loro famigliari ed è stato in grado di produrre una mobilitazione della città di Rimini contro il mercato dell’eroina.
Da quella mobilitazione extraistituzionale,da quel movimento è nata la cooperativa centofiori che ha istituito una comunità terapeutica un centro diurno un centro di osservazione e diagnosi e terapia breve ed uno spazio di reinserimento.
Da quella mobilitazione si sono prodotte richieste di intervento nei quartieri di Rimini e nella provincia e poi anche fuori provincia.
Queste richieste sono state interpretare come domande di formazione di gruppi operativi che potessero intervenire nella comunità territoriale in uno spazio di prevenzione.
In seguito a questa rete territoriale abbiamo proposto la scuola di prevenzione che è stata preceduta dal convegno: Cambiare, che si è svolto nel 1988.
In questo convegno organizzato con il metodo del gruppo operativo abbiamo lanciato l’idea della scuola che ha cominciato a funzionare nel 1989.
Abbiamo sviluppato il concetto di mobilitazione collegandolo a quello di ricerca-azione di Kurt Lewin. Per noi la mobilitazione ha un significato più ampio, significa una azione comunitaria volta a produrre moltitudine, cioè a fare uscire da uno stato ordinario di coscienza caratterizzato dall’utilizzo di un senso comune (il concetto è di Gramsci ma anche di Schutz) unidimensionale e stereotipato per aprire il corpo e la mente a nuove prospettive comuni.
Si tratta in sostanza, di produzione di uno spazio comune esterno a quello ordinario,uno spazio che permette di pensare la moltitudine delle possibilità.
Uno spazio di pensiero e di azione concepito per l’ambito comunitario e sociale,uno spazio che produce il cambiamento di un senso comune stereotipato che genera un mandato sociale custodialistico che risponde alla paura dell’altro da se con la produzione di capri espiatori da segregare in qualche campo speciale.
La mobilitazione è possibile se si pratica l’analisi del mandato sociale, direi che ne diviene la conseguenza necessaria.
Torniamo all’esempio di Basaglia,quando ci si rende conto che il manicomio non è uno strumento terapeutico ma uno spazio di segregazione, di sofferenza e di istituzionalizzazione diviene necessario mobilitarsi e mobilitare per negare questa istituzione.
Questo carta può finire qui,nessuna carta può esser tanto grande quanto il territorio.
La costruzione della carta è l’elaborazione nel nostri schema concettuale di riferimento operativo. E’ il compito del laboratorio di ricerca che come diceva Georges Politzer deve avere una sua concretezza non può essere una astrazione. Deve avere una sua economia ed in primo luogo una sua economia libidica.
Questo è il laboratorio spaziale o lo spazio di un laboratorio per una psicologia sociale concreta che sia in grado di analizzarei processi istituzionali e produrre ricerche che agiscano aprendo spazi comuni attraverso i varchi che si individuano nelle situazioni determinate.
Dai varchi si possono costituire dei momenti che ampliano le possibilità di uscita dalla alienazione della vita quotidiana.
Tutto questo ci richiama ad un metodo comune ad una logica che è la dialettica materialista e concreta su cui ha lavorato Lefevre ma anche Bleger.
Ma come ci ha ricordato Armando Bauleo questo metodo materialista dialettico non può pretendere di spiegare tutto, la totalità è un concetto pericoloso e falso. Manca sempre qualcosa e qualcosa per fortuna mancherà sempre. Il cerchio non si chiude mai, non si può spiegare tutto.Il passato, il già avvenuto non esaurirà mai lo sconosciuto, il latente, l’oscuro.
Noi produciamo continuamente inconscio e continuamente ci inoltriamo nella notte quella notte enigmatica che Michelangelo ha scolpito e che Dino Campana ha così evocato:

Per l’amor dei poeti
Principessa dei sogni segreti
Nell’ali dei vivi pensieri ripeti ripeti
Principessa i tuoi canti
Pallido amor degli erranti
Soffoca gli intestini pianti
Da tregua agli amori segreti.
Chi le taciturne porte
Guarda che la Notte
Ha aperte sull’infinito?
Chiaman l’ore:col sogno vanito
China la pallida sorte………
………………………………
Per l’amore dei poeti,porte
Aperte de la morte
Su l’infinito!
Per l’amor dei poeti
Principessa il mio sogno vanito
Nei gorghi della sorte!




Rimini 25 Aprile 2009

Tavola Rotonda sull’analisi Istituzionale con Remi Hess e Renato Curcio


Bibliografia



Josè Bleger Psicoigene e psicologia istituzionale Lauretana

Ernst Bloch Spirito dell’utopia la nuova italia

Franco Basaglia L’istituzione negata Einaudi

Che cosa è la psichiatria Einaudi

Armando Bauleo Psicoanalisi e gruppalità Borla

Ideologia gruppo e famiglia Feltrinelli


A.Bauleo M.De Brasi Clinica grippale e clinica Istituzionale Il poligrafo

Felix Guattari Una tomba per Edipo Bertani

Henri Lefevre Critica della vita quotidiana Dedalo

Georges Lapassade L’istituente ordinario Pensa


Stati modificati e transe sensibili alle foglie

Transe e dissociazione sensibili alle foglie

Georges Politzer Verso una Psicologia concreta Mazzotta

Antonio Gramsci Quaderni dal Carcere Einaudi

Leonardo Montecchi Varchi Pitagora

M.Ferrari,L.Montecchi
S.Semprini Cesari Cambiare Pitagora



Dino Campana I canti Orfici Einaudi






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